LA COTURNICE
DELLE ALPI
Nome scientifico: Alectoris
graeca saxatilis, per gli amici la Coturna. La specie mostra un
dimorfismo sessuale molto limitato: il maschio è di dimensioni lievemente
superiori (tra 520 e 750 g. di peso conto
i 490-540 ) delle femmine e possiede uno sperone su entrambi i tarsi,
assente nelle femmine.
Il piumaggio si presenta di
colorazione variabile nella parte superiore da un grigio neutro a bruno
olivastro. Una banda nera ben marcata, parte dal becco e arriva alla gola, contornando
l’occhio. La gola le guance e la parte anteriore del corpo sono bianche. Le
penne dei fianchi hanno all’apice una fascia bianca contornata di nero con la
punta rossiccia. Il becco, le zampe e i piedi di color rosso corallo. La sua colorazione la rende
inconfondibile rispetto gli altri galliformi alpini.
La sua apertura alare raggiunge i 48- 50 cm.
e la lunghezza i 32- 36 cm. La coturnice possiede un volo molto fragoroso e
rapido con frequenti battute d’ala e lunghe planate nel vuoto; gran camminatrice,
si alza in volo solo se si sente minacciata da vicino.
Habitat e fattori limitanti:
Gli ambienti
prediletti dalla coturnice rispettano
pienamente la sua origine mediterranea: essa infatti frequenta gli
ambienti aperti, rocciosi o pietrosi ed aridi, con una spiccata preferenza per
i pendii molto ripidi ed esposti a sud, soprattutto nel periodo invernale,
durante il quale la permanenza della neve al suolo rende difficile il
reperimento di cibo.
Il range altitudinale varia
tra i 1300 ed i 2500 m. ma può arrivare a valori minimi di 700-400 m. nelle
località di svernamento.
Il principale fattore
limitante è rappresentato dalla trasformazione
e frammentazione degli habitat, in particolare a causa dei
rimboschimenti naturali dovuti all’espansione di cespugli e boschi, determinati
dall’abbandono e alla scomparsa di aree
adibite all’agricoltura e al
pascolo.
L’inquinamento genetico a
seguito di reintroduzioni della specie Aleatoris chucar, può costituire una
minaccia per le popolazioni alpine. Ma
ancor peggio è la diffusione di
epiozie, dovute a recenti massicce, immissioni
clandestine, di starne
pedrix pedrix a scopo venatorio.
Alimentazione:
Il regime
alimentare si differenzia nel corso delle stagioni; da dicembre a maggio la
dieta è costituita esclusivamente da piante erbacee: bacche di ginepro, sorbo
degli uccellatori, nocciolo, ontano verde, betulla, vari salici, rododendro,
semenze , spighe, steli delle varie graminacee.
In primavera oltre ai già citati, freschi getti di graminacee, dei
trifogli alpestri, petali delle
composite e sassigrafe, lumachine, larve, uova di insetti e insetti stessi,
amenti maschili dei salici ed ontano verde. D’estate infine oltre a già citati:
imenotteri, ditteri di varie specie, bacche di mirtillo nero, rosso e blu, uva
orsina, lamponi, semi, e mora di rovo.
La coturnice, a differenza
degli altri galliformi non possiede ramificazione dell’intestino (ciechi)
sviluppati e quindi in grado di digerire alimenti ricchi di cellulosa, quindi
la sua dieta è molto differenziata.
I pulcini fino alle sei
settimane di vtia hanno un regime alimentare di tipo misto, in cui la
componente animale è rappresentata in larga misura da cavallette.
Il consumo di alimenti animali
decresce con l’aumento dell’età dei
pulli, fino ad arrivare all’età di tre mesi ad una alimentazione simile a
quella degli adulti e costituita per 80% da alimenti di origine vegetale.
Struttura sociale e comportamento
riproduttivo:
La specie manifesta una spiccata tendenza
alla socialità con gruppi (brigate) anche di parecchie decine di
individui. Solo nel periodo
riproduttivo vive in coppie che difendono attivamente un territorio. In tale
area (da qualche ettaro a qualche decina di ettari) e riutilizzata per più anni
consecutivi, nel periodo che va da inizio aprile a fine maggio, i maschi manifestano l’attività canora, anche
se in maniera molto meno vistosa e ritualizzata rispetto ai tetraonidi.
La specie è
monogama , la deposizione delle uova (7-10) avviene a giugno, in un nido posto
al suolo, spesso al riparo di rocce e vegetazione. Durante il periodo della
cova la femmina è molto sensibile al
disturbo ed abbandona facilmente il nido; in questo caso può anche verificarsi
una seconda covata in un altro luogo. La schiusa avviene dopo 26-26 giorni di
cova generalmente nei mesi di giugno
luglio, ed i piccoli sono in grado di seguire immediatamente la madre, ma
acquistano la piena capacità di volare solo intorno alle tre settimane.
Ho avuto modo di osservare un
paio di volte un comportamento particolare della coturnice accompagnata dai
pulcini, in presenza di disturbo da parte di un cane o di un uomo o comunque di
un pericolo, essa finge addirittura di avere
un’ala rotta, quindi si mette in
evidenza attirando l’attenzione su se stessa
e abbandonando temporaneamente i pulcini, con tale espediente riesce a
garantire ‘l’incolumità agli stessi.
Gestione e conservazione:
La coturnice è inserita
nell’elenco delle specie cacciabili italiane ed è regolarmente sottoposta a piani di prelievo in Piemonte. Recentemente
per censire le popolazioni di coturnici, e quindi stabilire i piani di
abbattimento si sta utilizzando un metodo innovativo. Si vaga e ci si apposta, nei posti di riproduzione con un registratore
magnetico, sul quale è registrato il canto del maschio della coturnice, se
esistono presenze e quindi risposte al
richiamo stesso si possono conteggiare le coppie nidificanti in quella zona.
Dopo ad agosto, quando i pulcini saranno autosufficienti , si faranno poi dei
censimenti con i cani da ferma per verificare l’esito riproduttivo.
In Valchiusella nel 2012 il
piano di abbattimento era di 13 capi, (il 10% del censito) ed è stato raggiunto
in pochi giorni di attività venatoria.
Importanti interventi per la conservazione della coturnice sono
quelli che riguardano il mantenimento delle attività pastorali, in particolare
alle quote intermedie, dove l’invasione delle specie legnose è più rapida. La
creazione di colture cerealicole a perdere può fornire un supplemento di nutrimento importante per la specie e favorire la sopravvivenza
delle popolazioni.
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